L’Abruzzo ed il suo Montepulciano
Una volta tanto evitiamo di parlare dei soliti grandi vini italiani e ci concentriamo su una realtà che non tutti conoscono: il Montepulciano D’Abruzzo. Re indiscusso della regione non solo per il quasi 60% di occupazione della superficie vitata, ma anche per le sue qualità. Da non confondere con il Vino Nobile di Montepulciano, una DOCG toscana a base Sangiovese.
Dalla seconda metà del XX secolo l’Abruzzo grazie a questo vitigno ha fatto un’ascesa nel mondo vitivinicolo straordinaria. Il Montepulciano trova il suo habitat ideale per dare risultati di grande qualità in questa regione prevalentemente collinare e montuosa, con solo l’1% di pianura. La zona del litorale grazie ai suoi terreni calcareo- argillosi e ai venti provenienti dal mare e dagli appennini facilitano la produzione di vini di grande struttura: non a caso l’unica DOCG si trova appunto nella zona più a nord con i suoi Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane.
Il sistema di allevamento è prevalentemente a pergola abruzzese, ossia una forma tradizionale, ma ci sono come sempre anche casi con il sistema a spalliera.
Un vitigno con una incredibile versatilità: in base al sistema di vinificazione può dare vini giovani, delicati e di pronta beva, oppure vini di grande struttura e da lungo affinamento ed anche straordinari vini rosati!
Il suo colore rimane per lo più rubino, sfumature violacee se giovane oppure si sposta nel granato a seconda del tipo di maturazione ed affinamento. Al naso inconfondibili la mora ed il sottobosco. Un assaggio pieno e caldo, dotato di una buona freschezza e tannicità che solo grandi mastri cantinieri riescono a domare regalando un persistente equilibrio gustativo.
Dopo aver letto questo articolo invito chiunque non abbia mai assaggiato un Montepulciano d’Abruzzo di provarlo con una pecora alla callara o con i famosissimi arrosticini!