La storia di un vino portoghese
Il Vinhos dos Mortos è un vino originario del nord del Portogallo e, come in molti casi, è il risultato di un evento verificatosi casualmente. Ha una storia molto particolare, che trae origine all’epoca dell’occupazione francese del Portogallo.
Nel 1808, infatti, i francesi invasero questa terra e iniziarono un saccheggio spietato di tutta la regione. Fu così che alcuni viticoltori ebbero l’idea di sotterrare alcune bottiglie di vino sotto il terreno delle loro cantine, in modo tale da nasconderle agli invasori.
I produttori pensarono però che, una volta dissotterrate le bottiglie, il vino sarebbe peggiorato a livello sensoriale e addirittura alcuni credettero alla possibilità che si rovinasse completamente. Il buio e la temperatura costante del terriccio che ricopriva queste bottiglie rese però le condizioni ideali per una maturazione del vino, che conferì alle bottiglie un sapore e un aroma molto particolari.
Dunque, questa tecnica iniziò ad essere adoperata da alcune cantine in questa zona, per ottimizzarne le proprietà: il vino dei morti deve quindi il suo nome alla sepoltura che avviene durante questa modalità di maturazione. Viene prodotto principalmente nei territori di Boticas e Ganjas, in terreni elevati che hanno le condizioni climatiche necessarie per questa vinificazione. Da questa tecnica di maturazione, deriva appunto un vino rosso saporito, aromatico, gradevole, con una gradazione alcolica che va dagli 11 ai 13 gradi, da servire ad una temperatura di 14 gradi.
In breve, il Vinho dos Mortos è frutto della storia del Paese e diviene quasi complice e testimone di ciò che è avvenuto nel XIX secolo. Se si riflette sul risultato finale, si può comprendere come, accanto ad un terribile evento come la guerra e l’invasione, possano nascere delle bellezze, delle idee, o addirittura si possano compiere delle scoperte: queste riescono a mostrare come dietro il buio possa celarsi la luce ed ampliano la cultura e la conoscenza.