Alla scoperta del Blue Wine
Nel mondo vitivinicolo, vi sono molte stranezze: tra queste, vi è il Gik. Si tratta di un vino molto particolare, prodotto in Spagna, precisamente nella zona di Bilbao. L’idea di dare origine ad un vino ricolorato è di certo autentica: è stata pensata da alcuni giovani imprenditori spagnoli, che hanno dato sfogo alla loro fantasia creativa. Probabilmente, il blue wine è discutibile per i puristi del vino, ma è sicuramente un’innovazione nel settore. Ebbene sì, il Gik è un vino dal colore blu, con sfumature celesti.
Questo vino blu è prodotto con due vitigni spagnoli, cioè l’Airèn e il Garnacha uniti ad un vitigno francese, il Sirah; deriva quindi da uve miste, bianche e rosse, che vengono fermentate assieme. Di seguito, le vinacce non sono macerate né il vino viene invecchiato in botti, come avviene solitamente: vengono però estratti dalle bucce dell’uva gli antociani, sostanze utili a dare il colore rosso ai vini classici, che invece in questo caso conferiscono un tono violaceo al liquido in questione. A questo, viene poi aggiunto un colorante naturale, che lo schiarisce e gli dà la sua tonalità finale, l’azzurro acceso del blue wine.
L’Unione Europea non riconosce ufficialmente il Gik come vino, in quanto il suo colore è fuorviante e perché è composto al 99% da vino, mentre per l’1% è presente il mosto d’uva. Ciononostante, si può definire una bevanda a base di vino, uno spumante, da aperitivo o antipasto, dal gusto fruttato e lievemente acidulo. Il blue wine presenta anche alcune noti lievemente dolci, non per la presenza di zucchero, ma per l’aggiunta di dolcificanti ipocalorici. Inoltre, è visivamente diverso dai vini classici, nonostante presenti il perlage dei vini spumantizzati.
Il blue wine di Bilbao è certamente frutto di creatività, è una provocazione dei suoi ideatori, quasi a voler delineare una spaccatura con il passato, oltre a rappresentare una nuova esperienza enogastronomica, di interessante potenziale. Questa novità ha già avuto successo in Spagna ed in Francia e potrebbe avere, nel prossimo futuro, risultati rilevanti anche nel resto d’Europa, soprattutto se l’UE riconoscerà ufficialmente come vino questo prodotto. Nel mercato italiano, molto legato alle sue tradizioni enologiche, sta trovando difficoltà nell’inserimento, ma chissà che nel futuro tutto questo possa cambiare.